
Frumento tenero
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Il frumento o grano è noto fin dai tempi antichi
e rappresenta ancor oggi, soprattutto nelle zone temperate, la
principale fonte di cibo per l’uomo.
Il frumento è originario dell’Asia sud-occidentale; attualmente
viene coltivato in tutti i continenti e la produzione mondiale è
costantemente aumentata negli ultimi anni, raggiungendo nel 1993 i
564 milioni di tonnellate. I principali produttori sono Cina e
Canada. I paesi dell’unione Europea, tra cui spicca la Francia,
hanno una produzione complessiva pari al 15% del totale mondiale.
In Italia si coltivano circa 2.280.000 ha, con
prevalenza di frumento duro, e si producono complessivamente 80
milioni di quintali di cui 39 milioni derivano dal grano tenero e 41
da quello duro (1994). |
La produzione italiana di frumento tenero (Triticum
aestivum) è concentrata prevalentemente al Centro-Nord e copre solo
in parte il fabbisogno nazionale (55%). La superficie investita, dopo una
forte contrazione verificatasi negli anni ’80 soprattutto al Nord, a
vantaggio di colture più produttive e redditizie, quali il mais, l’orzo,
la barbabietola e la soia, ha recentemente ripreso ad aumentare a seguito
della politica di aiuti comunitari. Il frumento tenero si adatta
soprattutto ai terreni ben dotati, di medio impasto ed argillosi, mentre
dà produzioni scadenti in suoli sabbiosi, poveri e a reazione acida. Le
varietà a semina autunnale coltivate in Italia sopportano bene i freddi
invernali e richiedono, a partire dalla levata, temperature crescenti. In
fase di maturazione il frumento si avvantaggia di un clima caldo e poco
piovoso.
Il frumento è una pianta a medie esigenze idriche, concentrate
soprattutto nel periodo tra la levata e le prime fasi di maturazione; teme
fortemente, specie nei periodi freddi, il ristagno d’acqua nel terreno a
seguito del quale si verificano sviluppo stentato per asfissia radicale e
attacchi parassitari; teme inoltre i forti venti ed i temporali
primaverili in quanto causa di allettamento.
L’aumento produttivo registratosi negli ultimi anni è in gran parte
dovuto al lavoro di miglioramento genetico, iniziato già ai primi del
Novecento. Utilizzando la tecnica dell’incrocio, sono state create delle
varietà più produttive, di taglia bassa, resistenti all’allettamento,
precoci e in grado di sfuggire agli attacchi tardivi della ruggine
(malattia fungina).

Frumento tenero: spiga |

Frumento duro: spiga |
Il frumento duro
La coltivazione del frumento duro (Triticum durum)
è in continua espansione a seguito del costante aumento del consumo di
paste alimentari.
Questa specie, il cui centro d’origine è l’Etiopia, si coltiva
maggiormente nei Paesi mediterranei, nel Nord America, in Argentina e nell’Europa
Orientale.
In Italia la produzione è localizzata al Centro-Sud ed in particolare in
Puglia e in Sicilia. Negli ultimi anni l’area di coltivazione si è
estesa anche alle zone più settentrionali, nelle quali però non sempre
si ottengono produzioni qualitativamente valide.
Infatti l’ambiente ottimale per la coltivazione è caratterizzato da
piovosità concentrata nel periodo invernale e da primavere ed estati
calde senza pericoli di gelate tardive.
La cariosside del frumento duro, a differenza di quello tenero, ha
frattura vitrea; in ambienti non idonei alla coltivazione, con basse
temperature ed elevata umidità, la cariosside si presenta farinosa all’interno;
questo difetto è noto come bianconatura. La raccolta viene fatta a
inizio giugno nell’Italia meridionale e a fine giugno al Nord. Sono
ancora diffuse, soprattutto negli ambienti difficili, le varietà di
vecchia formazione, a taglia medio alta. Più recentemente sono state
introdotte al Centro-Sud nuove varietà a taglia bassa e più produttive e
nel Nord varietà resistenti al freddo.
Diffusione della coltivazione del frumento nel mondo

Area d’origine
Aree di coltivazione
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