Ciclo vitale
Dopo la messa a dimora, le
barbatelle sono pronte per formare un nuovo vigneto; durante i primi anni
di vita, circa 3, la vite, in continua crescita, non produce alcun frutto
perché la pianta si deve formare ed irrobustire. Il viticoltore è il
principale artefice di questa fase poiché egli interviene con la potatura
alla formazione della pianta.
Dal 4° anno in poi si effettua la prima potatura di produzione con una
produzione fruttifera finale al 30%.
Dal 7° al 30° anno si ha il massimo
rendimento del vigneto, dal 31°anno in poi si ha una graduale diminuzione
della resa per ettaro ed un conseguente innalzamento della qualità del
prodotto.
Ciclo annuale
Si considera iniziata una nuova annata alla fine della
vendemmia. Di consuetudine, in questo periodo, il viticoltore entra in
vigneto per effettuare la potatura invernale che, in base alla modalità
di svolgimento, offre precise garanzie per la vendemmia successiva.
Dopo la potatura la vite, ove sono stati tolti i
tralci, procede alla fase del "pianto": in questo periodo l’arbusto
provvede alla cicatrizzazione dei tralci amputati mediante la produzione
di una resina simile alle lacrime.
Terminato il pianto la vite ferma la sua attività fino
a primavera. Con i primi caldi spuntano le gemme e, intorno marzo/aprile,
dalle gemme nascono i primi germogli alcuni dei quali fioriranno e si
trasformeranno in grappoli.
In base al numero di gemme la produzione sarà piu’ o
meno abbondante. Per produrre prodotti di qualità a livello enologico,
ogni vite non si deve sovraccaricare di frutti, altrimenti si corre il
rischio di produrre molta uva con uno scarso tenore zuccherino. Quest’ultimo
è molto importante poiché si trasforma in alcool ed è uno dei
principali elementi di valutazione di qualità del prodotto finale.
Durante il periodo della maturazione che va dalla tarda
primavera alla fine dell’estate, si deve prevenire alla vite il
contrarre malattie. Le più comuni e pericolose sono la peronospera, che
si combatte irrorando la pianta con prodotti a base di rame; l’oidio,
curabile con prodotti a base di zolfo; la Botrytis ed il marciume acido,
malattie favorite dalla presenza di intense piogge durante l’ultimo
periodo di maturazione; la flavescenza dorata: questa malattia di origine
virale, negli ultimi anni ha causato ingenti danni ai vigneti, causando la
morte della pianta, la necessita quindi di combatterla mediante appositi
trattamenti è d’importanza vitale per i nostri appezzamenti.
A fine estate/inizio autunno, a seconda delle tipologie
del vitigno, si procede alla misurazione del tenore zuccherino mediante
apposito rifrattometro, strumento in grado di leggere nella sostanza
zuccherina il potenziale valore alcolico. Se, dopo quest’azione, l’uva
è sufficientemente matura, si avvia la vendemmia.
Nella nostra zona le prime varietà ad essere raccolte
sono i Pinot e lo Chardonnay: esse infatti appartengono ad una qualità
precoce. Le successive sono la Malvasia di Candia, il Trebbiano ed il
Riesling.
Dalla fine di settembre in poi si vendemmiano tutte le
uve nere, comprese le varietà Barbera, Croatina ed Uva Rara atte a
diventare San Colombano Doc Rosso.
L’ultima varietà ad essere raccolta è la Verdea,
imminente Doc Bianca, poco sensibile alle intemperie ed ai primi freddi.
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