LE
PROPOSTE DELLA CIA PER IL NUOVO GOVERNO DELLA LOMBARDIA -
2000-2005
La
legge regionale n� 11/98 ha conferito o delegato alle province e alle comunit�
montane la maggior parte delle funzioni amministrative svolte in
precedenza direttamente dalla Regione.
Nel
corso del 1999 sono stati definiti i contenuti della politica agricola
comunitaria per i prossimi sette anni. Per
quanto riguarda le OCM dei diversi settori produttivi non ci sono state
sostanziali novit� nella modalit� di intervento rispetto al passato, anche se
� stato adottato il principio per cui la progressiva riduzione del sostegno dei
prezzi sar� compensata solo parzialmente dagli aiuti diretti al reddito.
Maggiori
novit� invece hanno riguardato gli interventi strutturali tra cui
il regolamento dello sviluppo rurale la cui attuazione, il Piano per lo
sviluppo rurale della Regione Lombardia, definisce gli interventi a sostegno del
settore agricolo fino al 2006.
A
fine dicembre 1999 � stata infine approvata dal Consiglio Regionale la legge
�Norme per gli interventi regionali in agricoltura� (L.R. 7/2000) che d� un
nuovo assetto agli interventi regionali per il settore sia sul piano del
contenuto che sul piano delle procedure amministrative.
Nel
corso della prossima legislatura ci si trover� quindi di fronte a un quadro di
riferimento gi� delineato dalle disposizioni citate. Esse dovranno trovare
concreta attuazione e dovr� essere verificato il
raggiungimento degli obiettivi che le stesse si pongono. Riteniamo
infatti che questo nuovo quadro legislativo possa e debba dare agli interventi
in agricoltura un assetto pi� agile e consentire di orientare la spesa in modo
pi� rispondente alle reali esigenze dell�attivit� agricola.
Le
aziende agricole si troveranno sempre pi� spesso nei prossimi anni a far fronte
alle esigenze del mercato sia in
termini di contenimento del prezzo dei prodotti agricoli che in termini di
qualit� delle produzioni. Nello stesso tempo emerger� con sempre maggior
determinazione il ruolo dell�agricoltura non solo economico ma anche sociale,
ambientale e di tutela del territorio
La
Regione deve usare tutti gli strumenti a sua disposizione per salvaguardare la
vitalit� economica delle aziende agricole lombarde e il reddito degli
agricoltori.
Molti
elementi infatti incidono sul mantenimento dell�efficienza delle aziende.
Innanzitutto
� importante la difesa a tutti i livelli, sia nazionali che comunitari, delle
produzioni agricole lombarde e la elaborazione di proposte finalizzate ad
offrire prospettive di sviluppo alle imprese agricole. In questo contesto e per
l�importanza che riveste per la nostra agricoltura, � necessario un impegno
particolare per la difesa della produzione di latte, anche attraverso la
definizione di regole certe ma non inutilmente penalizzanti e attraverso
l�impegno affinch� venga superato il regime delle quote latte.
E�
inoltre fondamentale agevolare gli investimenti strutturali nelle aziende
agricole perch� esse siano in grado di adeguarsi al progresso tecnico e alle
esigenze di maggior qualit� dei prodotti e dei processi e possano far fronte
alla concorrenza attraverso la riduzione dei costi di produzione.
Le
disposizioni in vigore (Piano per lo sviluppo rurale e Norme per gli interventi
in agricoltura) costituiscono dal
punto di vista dei contenuti uno strumento adeguato.
E�
necessario per� che gli interventi previsti godano di una adeguata copertura
finanziaria e che sia garantita la continuit� e la rapidit� nell�erogazione
degli aiuti.
La
competitivit� delle aziende agricole italiane e lombarde sui mercati nazionali
e internazionali dovr� necessariamente poter contare sulla qualit� delle
produzioni agroalimentari e sulla relativa certificazione.
Le
azioni, aiuti finanziari e servizi, a sostegno delle produzioni di qualit�
(DOP/IGP, certificate ISO, �tradizionali�, biologiche,
prodotte con metodi di produzione integrata, nonch� tutte le produzioni
con processo controllato sotto il profilo igienico sanitario), avviate con la
corrente legislatura, e la relativa promozione, dovranno essere riconfermate
nella prossima con investimenti il cui buon fine pare assicurato dalla crescente
domanda da parte dei consumatori di beni agroalimentari di qualit� e sicuri.
Nel
Piano di sviluppo rurale l�elevata presenza di agricoltori anziani �
evidenziata come un fattore di debolezza della nostra agricoltura.
Occorre
quindi che siano adeguatamente finanziati tutti gli interventi che abbiano come
obiettivo di aiutare l�insediamento dei giovani in agricoltura.
Emerge
inoltre con sempre maggiore evidenza l�interesse di molti
agricoltori di orientare la propria attivit� verso settori di produzioni
agricole non tradizionali, quali l�agricoltura biologica e l�agriturismo,
che trovano tra l�altro particolare attenzione da parte dei consumatori.
Si tratta di settori che
dovranno essere favoriti e seguiti con attenzione in modo che le imprese
agricole possano cogliere tutte le
opportunit� offerte da un mercato favorevole.
Per
quanto riguarda l�agricoltura biologica, la Regione dovr� perfezionare le
competenze che le derivano dal D.lgs. 220/95, ed in particolare la vigilanza
sugli organismi di controllo a garanzia della trasparenza del mercato dei
prodotti biologici, con beneficio sia per i produttori che per i consumatori.
Per
quanto riguarda l�agriturismo, occorre
superare i limiti e le contraddizioni della attuale regolamentazione per
adeguarla alle mutate esigenze del mercato agrituristico e alle modifiche
introdotte dalle legislazioni
approvate da altre Regioni.
Al
fine di incrementare l'efficienza e la competitivit� delle imprese agricole sui
mercati, migliorare la qualit� e la tipizzazione dei prodotti agro-alimentari,
assicurare agli addetti agricoli adeguati livelli di reddito e migliori
condizioni di vita e di lavoro, garantire la tutela e il miglioramento
ambientale, e' necessario che la Regione adotti una politica mirata a promuovere
una rete di servizi di sviluppo agricolo basata sui seguenti capisaldi:
-
Gli investimenti finanziari pubblici siano considerati come fattore strategico e
non assistenziale.
-
L'attore Istituzionale eserciti pi� una funzione di carattere programmatorio,
progettuale e di valutazione di utilit� piuttosto
che di controllore burocratico delle attivit� svolte. Rispetto a questo ultimo
aspetto, gi� la partecipazione finanziaria degli utenti alle varie azioni �
una prima garanzia di qualit�.
-
Un maggiore investimento nelle attivit� di Consulenza alle imprese (globale/per
filiera di prodotto/ambientale) di Informazione
e Divulgazione e di Formazione Professionale,
venga considerato, se non prioritario, determinante,
utilizzando in questo quadro tutte le potenzialit� delle Organizzazioni
Professionali Agricole, non solo di mercato dell'utenza, ma anche progettuali.
-
Sia evitata un'eccessiva proliferazione dei soggetti abilitati alla gestione dei
Servizi di sviluppo agricolo a vantaggio dell'efficienza dell'intero sistema.
-
Il meccanismo di delega alle Amministrazioni provinciali presente nella legge
sia concepito in termini di opportunit� di miglioramento dell'intero sistema e
non di occasione di ingolfamento o dispersione.
- Vengano drasticamente
snelliti i meccanismi degli impianti progettuali ed i tempi di erogazione dei
finanziamenti.
-
Vengano opportunamente adeguati i parametri di spesa ricorrendo per analogia ai
reali costi presenti sul mercato del lavoro.
Deve
essere continua l�attenzione per i problemi delle aree
montane. L�intervento in queste zone deve essere finalizzato a creare
migliori condizioni di vita non solo nei centri pi� grandi ma anche nei piccoli
villaggi, attraverso la creazione di una rete di servizi rispondenti alle
esigenze dei cittadini (scuola, sanit�, tempo libero, ecc.).
L�agricoltura
di montagna deve essere particolarmente sostenuta per evitare che la bassa
redditivit� provochi l�abbandono dei terreni e la cessazione dell�attivit�
di allevamento, con conseguenti ripercussioni negative sull�economia di
queste aree e sulla tutela del territorio.
E�
indispensabile garantire ai coltivatori di montagna informazione e assistenza
tecnica sulle possibilit� di aiuto offerte dalle diverse disposizioni
legislative. Ci� pu� essere attuato tramite la istituzione di �sportelli�
gestiti dalle organizzazioni agricole e capillarmente
diffusi sul territorio.
In
una regione fortemente urbanizzata come la Lombardia, nella quale devono trovare
spazio importanti infrastrutture di servizio per i cittadini e per i diversi
settori economici, deve essere prestata la massima attenzione all�impatto che
le nuove infrastrutture e l�espansione delle aree urbane hanno sul sistema
agricolo.
Nelle
decisioni relative all�uso del territorio la tutela delle aree agricole e
della integrit� delle aziende agricole esistenti deve essere considerata
elemento importante di giudizio.
Per
quanto riguarda le problematiche relative al rapporto agricoltura-ambiente,
riteniamo che gli impegni richiesti all�imprenditore agricolo a tutela della
qualit� ambientale non possano partire dal concetto, molte volte aprioristico,
della attivit� agricola come produttrice di inquinamento,
e sfociare, nella
imposizione di una soffocante quantit� di adempimenti burocratici.
A
questo proposito riteniamo che debba essere rivista, anche alla luce di quanto
stabilito dal decreto legislativo 152/99, l�applicazione della LR 37/93.
In
generale deve essere data maggiore attenzione da parte della Regione ai problemi
relativi a questioni ambientali segnalati dal settore agricolo.
Per
quanto riguarda la gestione dei rifiuti, � auspicabile che la Regione si
impegni, a semplificare
l�applicazione della normativa e, in particolare per quanto riguarda i
contenitori di fitofarmaci che, data la loro caratteristica potrebbero essere
considerati rifiuti speciali non pericolosi.
I
Parchi possono costituire uno strumento di
difesa del territorio agricolo. Le norme di regolamentazione delle aree
protette non devono comunque costituire un limite allo svolgimento
dell�attivit� agricola, e la adozione di pratiche ritenute importanti per la
tutela naturale e paesaggistica deve essere volontaria e
incentivata finanziariamente.
E�
importante inoltre che in ogni Parco siano costituiti comitati permanenti tra
gli organi di gestione e le rappresentanze degli agricoltori per un confronto
costante sulle scelte che hanno influenza sulla attivit� agricola.
Il
problema relativo all�uso delle acque riveste una grande importanza per la
nostra regione.
Nella
revisione della LR 59/84 deve essere evidenziato che l�uso dell�acqua, quale
mezzo tecnico di produzione agricola, deve essere prioritario dopo l�uso
civile. E� dunque importante che i piani di bonifica non siano subordinati ai
PRG e ai PTC dei Parchi, ma
diventino strumenti o parte integrante di essi.
Devono
essere inoltre assunti impegni per la difesa delle falde, per la salvaguardia
dei fontanili, per il riuso delle acque irrigue.
Con
la legge regionale 11/98 � stato compiuto un sostanziale e definitivo passo
verso il decentramento delle competenze in materia di agricoltura.
Dal
punto di vista operativo la situazione rimane per� per alcuni aspetti confusa.
E� necessario porre rimedio ai disservizi che penalizzano gli utenti delle
funzioni svolte dall�amministrazione. E� importante che la Regione svolga
una efficace attivit� di coordinamento e che sia verificata la competenza
dell�ente delegato a svolgere effettivamente i compiti che gli sono stati
attribuiti.
L�esperienza
del Tavolo Agricolo � stata sostanzialmente positiva poich� ha consentito di
coinvolgere i massimi livelli istituzionali della Regione sui problemi che il
settore agricolo si � trovato di volta in volta ad affrontare.
Per
il futuro � necessario che il tavolo agricolo, che ha avuto con l�art. 3
della legge regionale 7/2000 un riconoscimento istituzionale, diventi
maggiormente operativo e possa dare concrete risposte alle questioni proposte
dai rappresentanti degli agricoltori.
I
Patti territoriali sono un importante strumento di programmazione degli
interventi a sostegno dell�economia e consentono, l� dove vengono attuati, la
promozione dell�attivit� agricola come parte dello sviluppo economico pi�
generale dell�area attuando utili integrazioni fra i diversi settori
produttivi. Per questo la definizione dei patti territoriali deve essere
promossa e sostenuta anche dalla Regione.
E�
importante che gli imprenditori agricoli possano avvalersi dei servizi offerti
dallo �sportello unico� per le autorizzazioni relative all�apertura e
modifica di attivit� economiche e
produttive per accedere alle opportunit� offerte dai procedimenti di
semplificazione.
E� necessario che il
processo di apertura e funzionamento di questi nuovi uffici sia rapido ed
efficace in modo da dare al pi� presto significativi risultati.
E�
indispensabile che l�amministrazione regionale prosegua nel lavoro di
coordinamento di supporto e di monitoraggio del lavoro dei comuni, promuovendo
tutte le iniziative necessarie per garantire l'apertura ed il funzionamento
degli sportelli unici.
E
auspicabile che continuino e si approfondiscano le occasioni di incontro in
ambito tecnico tra la Regione e i rappresentanti degli agricoltori per esaminare
gli aspetti applicativi delle varie disposizioni. Ci� risulta essere molto
utile (come � avvenuto ad esempio nella gestione delle quote latte)
per rendersi conto delle
situazioni e per trovare soluzioni
adeguate ai diversi problemi.
Il
confronto in sede tecnica � altres� importante al fine di valutare quali
scelte possano risultare pi� opportune a difesa delle produzione agricola
lombarda.
La
legge regionale 11/1998 e la legge regionale 7/2000 relativa agli interventi
regionali in agricoltura pongono le basi di un possibile snellimento burocratico
attraverso l�istituzione dell�anagrafe delle imprese agricole e del sistema
informativo agricolo. E� necessario che la Regione si impegni con decisione per
rendere questi strumenti
velocemente operativi dando attuazione alla delibera del Consiglio regionale n.
VI/1364 che disciplina l�affidamento a terzi dello svolgimento di fasi
istruttorie.
Il
Decreto legislativo 165/99 che sopprime l�AIMA
e istituisce l�AGEA prevede che le Regioni istituiscano appositi
servizi ed organismi pagatori. In considerazione delle quantit� di
finanziamenti gestiti e indirizzati alle aziende agricole, � innegabile
l�urgenza del decentramento di funzioni svolte
da AIMA in liquidazione. E� necessario che la Regione si attrezzi
velocemente per costituire l�organismo pagatore
regionale.
Milano, 23 febbraio 2000