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 Oltrepò Pavese
Giuda interattiva alla Vitivinicoltura dell' Oltrepò Pavese

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La storia

Delle  tre parti in cui si usa dividere la provincia di Pavia, l'Oltrepò (1089 Km2)è quella che possiede la maggior diversità d'aspetti geografici e ambientali. E' un lembo di territorio lombarda che si spinge entro l'Appennino assumendone tutte le caratteristiche:una breve pianura alluvionale; una fascia collinare, ad andamento digitiforme, talvolta movimentata e incisa da intense erosioni che sono dovute alla presenza di argille scagliose e calcari marmosi; un settore montano, dai lunghi profili, dai versanti spogli, pure instabile, dove affiorano rocce dure, serpentini e ofioliti. Alla varietà dell'orografia corrisponde la varietà della vocazioni agrarie: campagna e prato e cereali nella piana, versanti pettinati a vigneto sulle colline, groppe e pendii pascolivi o boscati sulla montagna. Ne discende un paesaggio che non trova monotonia di sorta e dove la disposizione degli insediamenti ha fatto della particolare morfologia dei luoghi una condizione per l'arricchimento del contesto: frequenti le collocazioni di crinale, alla base o all'intono di preesistenze castellane; diffusa la distribuzione di piccoli nuclei, casali (con una ricchezza di toponimiche non trova riscontro in altre parti della regione); rare le case isolate.
 

Dal passato storico di queste terre, attraversate da non secondarie vie di comunicazione commerciale fra laclicca per ingrandire Pianura padana e i porti liguri, derivano la collocazione rilevata, l'emergenza visiva dei siti, le necessità di avvistamento e di controllo, quelle di difesa e raccolta. Una complessa trama di tenimenti feudali sulla gestione di traffici e commerci basava fortune e ricchezze e neppure le pretese di comuni (ora Pavia ora Piacenza) e signorie, o le offese di eserciti di stanza o di passo, riuscirono completamente a scalfirle. "Bona spina malis, Mala spina bonis" è l'impresa che Opizzo legò allo stemma della famiglia che dopo il Mille ebbe gran parte di queste valli; quella della Staffora in particolare che i Malaspina tennero come punta estrema di domini clicca per ingrandireestesi su larga parte dell'Appennino ligure-emiliano. Dal fortilizio di Oramala loro fu l'amministrazione dei traffici lungo la via transappenninica del Brallo, che a Varzi - come testimonia tuttora la struttura mercantile del borgo - aveva il suo centro di controllo e di esazione dei pedaggi: l'alta val Tidone, dal varco di Pietragavina a Zavatarello e Romagnese, attenne invece ai possessi dei Dal Verme; ai Beccaria, vassalli dei Visconti, il controllo delle 13 signorie alpestri; ai conti di Lomello altre propaggini che preludevano ai più vasti possedimenti di pianura. Sensibile la presenza religiosa nell'Oltrepò montano per l'influenza che il monastero bobbiese di S. Colombano ebbe a sviluppare nell'alto Medioevo.
La tradizione che volle l'Oltrepò in parte autonomo ed estraneo alle comuni vicende regionali, le circostanze politico-militari (guerra di Successione austriaca) che dal 1743 al 1859 lo inclusero nei domini sabaudi, le aperture linguistiche e c culturali verso l'Alessandrino e l'Emilia rendono certamente singolare l'appartenenza di queste terre alla Lombardia.

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