News
   
 
 
 

Mercato e valorizzazione del prodotto biologico: intervento di Cia Lombardia al convegno del 13 maggio

Nel quadro nazionale, che dal 2002 registra una diminuzione della base produttiva (calo della superficie agricola condotta con metodo biologico e riduzione del numero degli operatori agricoli – dati ISMEA) e una mancata crescita dei consumi, la situazione del settore biologico in Lombardia conferma le sue tendenze: stabile il migliaio di imprese agricole biologiche, sempre in crescita le imprese di trasformazione, sempre ai primi posti tra le regioni italiane quanto a numero di negozi specializzati nella vendita di prodotti biologici e a negozi di supermercati con referenze bio.
Resta stabile, in altri termini, il quadro generale secondo il quale i prodotti biologici sono prodotti dagli agricoltori dell’Italia centro-meridionale, e consumati al Nord.

Come organizzazione di agricoltori lombardi siamo evidentemente interessati, e impegnati da ormai più di 10 anni, al consolidamento, allo sviluppo e al miglioramento della competitività della base produttiva, vale a dire delle imprese agricole biologiche.

Apprezziamo pertanto, nelle sue linee generali, la politica di sostegno del settore, alla definizione della quale abbiamo contribuito con le nostre proposte e osservazioni, prospettata dal Piano d’azione europeo per l’agricoltura biologica , dal Piano d’azione italiano per l’agricoltura biologica – per la realizzazione dei quali sono già disponibili 5 milioni di euro, e – ultimo in elenco ma varato già nel dicembre 2003 e quindi prima del piano europeo e del piano nazionale – dal Programma di interventi per lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Lombardia, sulla base del quale sono stati proposti alcuni interventi con stanziamento di 594.000 euro.

Gli strumenti nomativi e finanziari per consolidare e sviluppare l’agricoltura biologica sono quindi disponibili: si tratta di tradurli in azioni concrete, individuando necessità e priorità.

Azioni volte a sostenere il mercato del biologico e a valorizzare il prodotto biologico, argomenti proposti per la tavola rotonda del 13 maggio, sono senza dubbio tra gli interventi da attivare per consolidare e sviluppare il settore, anche se, naturalmente, unitamente ad altri (ricerca, formazione, fiscalità, riforma del sistema di controllo e certificazione, per citarne alcuni).

In particolare, nel quadro degli interventi regionali per il sostegno del settore, riteniamo che gli sforzi vadano concentrati per sostenere l’attività di vendita dei produttori agricoli biologici, individuando in via preliminare (con ricerche sulla commercializzazione, con indagini su esperienze di aggregazione positivamente condotte) quali sono le criticità nel campo della commercializzazione: riguardano la logistica? I sistemi contrattuali? Alcuni prodotti possono essere venduti direttamente dai produttori in spacci aziendali, nei mercati, a gruppi di acquisto organizzati: di cosa necessitano questi diversi canali di vendita diretta? Può essere utile ipotizzare, per esempio, la creazione di spacci di vendita interaziendali che consentirebbero l’offerta al consumatore di una più estesa gamma di prodotti e la ripartizione degli oneri di investimento tra più soggetti?

La generalità dei produttori biologici utilizza più canali di vendita, e per alcuni prodotti (pensiamo ai cereali, per esempio) la vendita diretta non è ipotizzabile: quali sono le criticità per gli altri canali di vendita?

Si ritengono necessarie ricerche e indagini preliminari, per ben finalizzare successivi interventi regionali di sostegno alle vendite, senza dimenticare di utilizzare  ricerche e strumenti già disponibili: ad esempio quelli recentemente prodotti dal progetto Biohoreca, che mette a disposizione dei Comuni linee guida per l’inserimento del biologico nei capitolati d’appalto della ristorazione collettiva di competenza comunale ( strumento quanto mai utile visto che il piano d’azione italiano ripropone l’introduzione obbligatoria o preferenziale del biologico nella ristorazione scolastica, nelle mense della pubblica amministrazione e nella refezione ospedaliera).

Lo sviluppo del settore biologico regionale va inoltre sostenuto anche ricorrendo, dove possibile,  agli interventi resi disponibili dal piano d’azione italiano che, relativamente alla commercializzazione prevede
- sostegni per l’organizzazione e il funzionamento di esperienze di carattere interprofessionale;
- sostegno dei costi per l’organizzazione di forme di organizzazione commerciale di operatori del settore.

Quanto alla valorizzazione e alla promozione dei consumi, la Confederazione italiana agricoltori della Lombardia ritiene che le azioni di informazione al consumatore e le iniziative di educazione alimentare possono indubbiamente tradursi in  beneficio per le imprese della produzione primaria. Non è scontato, tuttavia, che per far fronte alle maggiori richieste di prodotto biologico da parte dei consumatori la distribuzione ricorra necessariamente al prodotto nazionale: ciò ripropone tra l’altro una riflessione sull’opportunità di un marchio identificativo della produzione biologica nazionale (previsto nel piano nazionale per l’agricoltura biologica), che altri stati comunitari - la Francia  proprio di recente -  hanno già introdotto.

Campagne di informazione del consumatore finanziate dalla Unione Europea, e previste anche dal Piano nazionale,  tra l’altro non mancano: anche attualmente  sono in corso diverse iniziative.

Proprio in ragione di ciò, come organizzazione di produttori agricoli, si ritiene preferibile convogliare le risorse regionali  destinate all’informazione/promozione del biologico in interventi  diretti alle imprese agricole biologiche, piuttosto che in interventi diretti a promuovere il consumo con indiretto beneficio anche per i produttori agricoli.

In questa direzione va un progetto, ancora in cantiere, che le tre organizzazioni agricole lombarde intendono proporre all’attenzione della Regione: un progetto di informazione e promozione per la creazione di un circuito di oasi bio, inizialmente elaborato da Federlombarda, sul quale si è quindi lavorato congiuntamente per una proposta comune.

                                                                                                                                             Maggio 2005


torna al sommario