Programma
di interventi per lo sviluppo dell'agricoltura
biologica in Lombardia
La
Direzione Generale Agricoltura ha predisposto
un piano articolato di iniziative nel settore
dell'agricoltura biologica lombarda, partendo
dall'analisi della situazione attuale.
Il documento, frutto di un confronto tra diverse
Direzioni Generali della Regione, le Province
e i rappresentanti della filiera, in primo luogo
i produttori agricoli rappresentati dalle Organizzazioni
Professionali Agricole e Associazioni del biologico,
è stato approvato con la Delibera di Giunta regionale
n. 7/15533 del 12 dicembre 2003, pubblicata sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.1
- serie ordinaria - del 2 gennaio 2004.
La predisposizione di un piano per il settore
biologico lombardo era uno degli obiettivi prioritari
della governance regionale per il 2003, per via
dell'importanza riconosciuta a questo settore
nel panorama produttivo regionale, e anche per
contribuire a fornire strategie (insieme al Piano
d'Azione Europeo e al Piano d'Azione Italiano
in corso di definizione) per lo sviluppo di un'agricoltura
importante per la protezione dell'ambiente e il
mantenimento di un tessuto sociale.
Il Programma è un documento di indirizzo per
orientare l'azione della Regione nei settori
che afferiscono alle sue competenze. Il Programma
in particolare individua azioni nel campo del
sistema di controllo e vigilanza, della
ricerca, della formazione degli imprenditori e
dei tecnici, dei servizi di assistenza tecnica,
dei servizi di supporto (informatizzazione
della notifica e di tutti gli adempimenti connessi
al sistema di controllo), dei canali di
commercializzazione e vendita, e infine della
promozione.
Il giudizio sintetico della Confederazione
italiana agricoltori Lombardia sul programma è
positivo, nonché di grande soddisfazione per avere
riconosciuto nel documento finale diverse osservazioni
e contributi proposti come Cia in sede di confronto.
Il documento è consultabile nel sito della Direzione
Generale Agricoltura all'indirizzo www.agricoltura.regione.lombardia.it
(seguendo il percorso Opportunità e Regole, Agricoltura
Biologica). Riassumiamo di seguito i punti principali.
Logo comunitario di agricoltura biologica.
Il Programma regionale non esprime una posizione
lombarda in merito alla obbligatorietà del logo
sulle etichette dei prodotti.
La Cia Lombardia si è espressa per l'uso obbligatorio
del logo europeo, pur lasciando ad altri loghi
(nazionali o di Organismi di Controllo) la possibilità
di coesistere.
Si ritiene infatti che il logo comunitario, anche
per la sua somiglianza al logo comunitario per
le DOP e IGP, aiuti il consumatore a riconoscere
il prodotto bio con più immediatezza dei vari
loghi degli Organismi di Controllo o della Grande
Distribuzione Organizzata. L'immediato riconoscimento
del prodotto come prodotto biologico europeo contribuisce
a sostenere la domanda di prodotti bio. L'esistenza
di differenze tra i disciplinari di produzione
europei e tra i sistemi di controllo europei comporta
la necessità di arrivare a una maggiore
uniformità e a un mutuo riconoscimento tra i diversi
OdC d’Europa (necessità per altro già contemplata
nei documenti preparatori del Piano d'Azione Europeo
sull'agricoltura biologica).
Il logo europeo obbligatorio permetterebbe anche
di diminuire le spese dei produttori bio che,
per apporre il marchio di garanzia devono pagare,
né penalizzerebbe i consumatori che, si ritiene,
in maggioranza non fanno grandi distinzione
tra i vari loghi e i vari OdC (cui comunque si
può risalire tramite il codice che deve essere
obbligatoriamente presente in etichetta).
Sistema di controllo. E’ una questione
di importanza centrale sia perché costi e complessità
degli adempimenti possono essere dissuasivi per
molti produttori, sia perché un sistema di controllo
serio, efficace, trasparente, che di garanzie
certe, è indispensabile per mantenere un rapporto
di fiducia stabile con i consumatori e per
assicurare condizioni di concorrenza leale tra
i produttori agricoli biologici.
Relativamente alla vigilanza (di competenza
regionale) il Programma regionale formalizza l'esistenza
di una proposta di piano operativo organico per
l'attività di vigilanza sugli organismi di controllo
del biologico, impostato secondo le norme dei
Sistemi di Gestione della Qualità ((UNI EN ISO
9001:2000), e che individua il nucleo ispettivo
in un unico soggetto (ERSAF).
Relativamente al sistema di controllo il
Programma riprende le osservazioni di Cia Lombardia
sulla necessità di modificare gli elementi strutturali
del sistema di controllo nazionale, in particolare
evidenziando i seguenti punti critici:
- assenza di norme sanzionatorie sugli organismi
di controllo in cui la vigilanza ha individuato
non conformità operative;
- mancanza di una definizione puntuale dei requisiti
richiesti agli organismi di controllo che richiedono
al MIPAF l'autorizzazione ad operare (l'accreditamento
Sincert di conformità alla norma EN ISO
45011 non è obbligatoria!);
- mancanza di uniformità nei sistemi ispettivi
degli organismi di controllo;
- scarsità di controlli analitici;
- assenza di classi di rischio sulle quali impostare
i piani di controllo;
- necessità di una formazione adeguata e uniforme
dei tecnici destinati alle visite ispettive (definizione
del percorso formativo, corsi accreditati, superamento
di esami, addestramento in affiancamento ad ispettori
già qualificati);
- opportunità di stendere linee guida applicative
regionali per le produzioni vegetali e per quelle
zootecniche, naturalmente non più restrittive
delle norme nazionali ed europee per non creare
svantaggi competitivi, per fornire ai tecnici
ispettori degli organismi di controllo e ai produttori
un quadro di riferimento normativo chiaro, non
soggetto a margini di interpretazione.
Informatizzazione. Il Programma regionale
informa che la Regione sta lavorando perché la
notifica di attività biologica possa essere gestita
informaticamente tramite SIARL, direttamente o
per il tramite dei CAA. La fase successiva prevede
di gestire informaticamente anche tutti gli adempimenti
connessi al sistema di controllo (registri, programmi
annuali di produzione...). L'informatizzazione
completa degli adempimenti comporterebbe il grande
vantaggio di snellire e velocizzare le incombenze
burocratiche cui sono sottoposti gli operatori
biologici, nonché benefiche ricadute sul sistema
di controllo.
La tracciabilità on line degli adempimenti documentali
consentirebbe infatti il controllo
on line da parte degli OdC e di Regione e soggetti
pubblici preposti alla vigilanza ,
e permetterebbe di sollevare le visite ispettive
dal controllo documentale e di finalizzarle maggiormente
al controllo “fisico” in campo. La gestione documentale
informatizzata potrebbe essere assicurata autonomamente
dall'operatore, o qualora non potesse provvedervi
direttamente, dai CAA che fungerebbero da interfaccia
tra azienda e organismo di controllo.
Ricerca. La struttura competente della
D.G. Agricoltura, dopo le consultazioni con i
soggetti interessati, ha definito il Programma
regionale di ricerca in campo agricolo 2004-2006
che prevede, nell'ambito di obiettivi specifici,
azioni riguardanti il settore biologico.
Il Programma regionale per l'agricoltura biologica
individua le seguenti priorità di ricerca:
- sementi;
- razze idonee al metodo biologico;
- studio di modelli produttivi di allevamento;
- tecnologie di trasformazione e conservazione
dei prodotti biologici, e aumento della gamma
dei prodotti trasformati;
- avvio di indagini per la gestione dell'eventuale
coesistenza tra coltivazioni biologiche, convenzionali
e OGM.
Assistenza tecnica e formazione. Attività
di assistenza tecnica alle aziende agricole biologiche,
nonché formazione rivolta sia agli imprenditori
agricoli che ai tecnici non sono mancate in questi
anni. Il Programma regionale per l'agricoltura
biologica rileva l'opportunità di analizzare le
esperienze di assistenza realizzate in questi
anni, anche in vista di rimuovere eventualmente
gli ostacoli posti dalle condizioni della misura
n 1.14 di Piano di Sviluppo Rurale (impossibilità
di interventi pluriennali, necessità di raggiungere
obiettivi misurabili), che poco si adattano al
settore biologico.
Relativamente alla formazione, oltre a quanto
già indicato nel paragrafo "sistema di controllo"
sulla formazione dei tecnici addetti alle ispezioni,
il Programma regionale per l'agricoltura biologica
propone maggior organicità nella preziosa offerta
formativa sino ad oggi realizzata, nel rispetto
delle vocazioni formative dei diversi enti preposti.
Importanza viene attribuita all'attuazione di
un piano sistematico di attività formative rivolto
ai tecnici dei servizi di assistenza tecnica per
creare competenze specialistiche.
Sostegno ai canali di commercializzazione.
L'analisi dei canali di vendita e delle tipologie
di prodotti venduti dai produttori agricoli lombardi,
viene tradotta nel Programma regionale per l'agricoltura
biologica nei seguenti indirizzi di sostegno:
- promozione/incentivazione di forme di aggregazione
dei produttori biologici per la vendita alla Distribuzione
moderna;
- sostegno alla formazione di filiere corte e
di incontro diretto tra gruppi organizzati di
domanda e offerta;
- incentivazione di forme associative di natura
interprofessionale;
- adozione di criteri più flessibili per la costituzione
di organizzazioni di produttori, considerando
la "trasversalità" del settore biologico.
Promozione. Il Programma regionale per
l'agricoltura biologica valorizza le esperienze
di promozione fin qui condotte, e individua nel
messaggio "l'agricoltura biologica
è un metodo che esclude l'uso di prodotti chimici
di sintesi, rispettando l'ambiente e con risparmio
di risorse per l'intera collettività" il
messaggio informativo semplice da veicolare al
consumatore e alle scolaresche. Tramite iniziative
di promozione dirette della Regione, ma anche
prevedendo finanziamenti a singole aziende o gruppi
di operatori che si impegnino a promuovere il
sistema biologico in generale, oltre che a dare
visibilità alle proprie produzioni.
Gennaio
2004
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